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Patagonia. Dal Mare ai Ghiacciai | Guida di Viaggio

Patagonia. Dal Mare ai Ghiacciai | Guida di Viaggio

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La Patagonia è una regione di estremi, una terra dura e affascinante che si estende per migliaia di chilometri e offre una varietà unica di scenari naturali.

Dalle balene e dai pinguini della costa orientale alle cime inaccessibili del Fitz Roy, dai ghiacciai della Patagonia meridionale ai tradizionali villaggi gallesi nella bassa valle del Chuhut; questa regione è di una bellezza senza paragoni.

Terra di colonizzazione, di conquista e di avventura, le immense steppe e la natura della Patagonia hanno ispirato le più grandi menti della letteratura e della scienza.

In Patagonia Charles Darwin ebbe occasione di osservare una maestosa eruzione del vulcano Osorno, e di scoprire fossili marini ad un’altezza di oltre 4000 metri sul livello del mare. Queste ed altre esperienze lo indussero a sviluppare la sua teoria sull’origine dell’uomo.

 

Dove si Trova la Patagonia

La Patagonia è una regione che si estende lungo l’intera metà meridionale del continente del Sud America. Ha un’estensione di oltre 900.000 km², è abitata da appena 1.740.000 di persone ed è divisa tra l’Argentina e il Cile.

Il confine naturale della Patagonia è dato dalla Cordigliera delle Ande a sud e a ovest. A est invece la regione è delimitata da bassipiani.

Il suo clima arido e il paesaggio di notevole bellezza ma inospitale, fatto di ghiacciai ed alte vette montane, non fanno favorito la fondazione di metropoli come Buenos Aires.

La maggior parte delle città della Patagonia infatti  ha dimensioni medie o piccole, con una popolazione che raramente raggiunge i 300.000 abitanti.

 

10 Cose da Vedere in Patagonia

La Patagonia è percorsa da due delle principali arterie autostradali del sud dell’Argentina.

La Ruta Nacional 3 parte da nord e collega Buenos Aires a Río Gallegos, nella Provincia di Santa Cruz. La Ruta Nacional 40 inizia nel punto più a sud dell’Argentina, a Cabo Virgenes, e risale la dorsale delle Ande fino ad arrivare all’estremo nord.

Il versante atlantico della Patagonia propone scenari molto diversi dal versante occidentale. Entrambe le zone meritano una visita, poiché mostrano due lati molto diversi dell’Argentina.

Il Versante Atlantico della Patagonia

Il versante della Patagonia che affaccia sull’oceano Atlantico è un susseguirsi di alte scogliere interrotte da spiagge e da dune.

Tutta questa zona, ma in modo particolare l’area più a settentrione, riceve l’influenza delle correnti marine tiepide che, provenendo dal Brasile, giungono al golfo San Matías, riscaldando le acque del mare.

Il clima della Patagonia occidentale quindi è molto più caldo del clima sul versante orientale, soprattutto durante la stagione estiva.

Queste caratteristiche climatiche hanno reso la Patagonia orientale un vero paradiso della natura. I mari incontaminati e la natura vergine sono abitati da tante specie marine e terrestri, che ancora oggi vivono allo stato selvaggio, proprio come prima dell’arrivo dei conquistadores spagnoli.

3 Meraviglie sul Versante Atlantico della Patagonia

Il versante atlantico della Patagonia è ricchissimo di una fauna selvatica spettacolare. La destinazione migliore per gli amanti della fauna è la riserva naturale che occupa buona parte della Península di Valdés. La riserva è famosissima per il whale watching, l’avvistamento delle balene.

Punta Tombo invece è conosciuta per la sua colonia di pinguini, che conta circa mezzo milione di esemplari ed è la più grande dell’Argentina.

Questa zona costiera è da sempre terra di conquista. I primi coloni gallesi sbarcarono vicino alla penisola di Valdés, che oggi ospita la città di Puerto Madryn.

L’eredità dei primi coloni è pressoché scomparsa da Puerto Madryn, ma è stata mantenuta in due centri più a sud nella valle del Chubut, le cittadine di Trelew e Gaiman.

 

01 Península di Valdés
Luogo Naturale

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La Penisola di Valdés è collegata al continente argentino da una sottile striscia di terra lunga 35 chilometri. A poca distanza dal viavai e dal trambusto della vicina Puerto Madryn, la penisola offre un ambiente selvaggio, fatto di ampie distese di sabbia pressoché prive di vegetazione.

Questo ambiente così primitivo e incontaminato ospita una delle principali riserve marine del mondo, che nel 1999 è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

Dalle scogliere battute dal vento, infatti, puoi osservare i pinguini e le balene australi, che ogni anno giungono al largo della penisola, e compiono le proprie evoluzioni al largo di Puerto Pirámides. Le scogliere offrono riparo anche a colonie di leoni marini e altri animali.

Prima dell’arrivo dei conquistadores spagnoli, l’ ambiente ostile della Penisola di Valdés era abitato solo dagli indigeni Tehuelche. Nel 1779 ebbe luogo un tentativo di colonizzazione della penisola da parte di Juan de la Piedra, che fondò i primi insediamenti spagnoli in Patagonia.

Dopo pochi anni la colonia fondata da de la Piedra venne abbandonata, poiché i coloni non riuscivano a resistere agli attacchi mossi dagli indigeni.

Da allora, nessuno riuscì più ad abitare sulla Penisola di Valdés. In questa zona esiste una piccola industria di estrazione del sale, però l’attività principale è il turismo.

Ogni anno la penisola richiama migliaia di turisti, attratti dalla possibilità di osservare le balene, i leoni marini e tante altre specie faunistiche.

LEGGI: La Penisola di Valdés: Colonie di Pinguini e la Danza delle Balene

 

02 Puerto Madryn
Città

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Questa cittadina è un passaggio obbligato per chiunque visiti la Penisola di Valdés. La cittadina si affaccia sul Golfo Nuevo, un’ insenatura formata dalla Penisola di Valdés e da Punta Ninfas, ed è il punto di partenza migliore per tutte le escursioni sulla vicina penisola.

La maggior parte dei turisti infatti usa Puerto Madryn come base per raggiungere la riserva naturale, però in città è possibile compiere tante altre attività ed osservare le specie marine senza dover necessariamente compiere un lungo tour della Penisola di Valdés.

Le spiagge di Puerto Madryn offrono la possibilità di compiere tour del Guelfo Nuevo in canoa o in kayak, oppure anche lo snorkeling.

Puerto Madryn è tra i centri più famosi per lo scuba diving, poiché i fondali marini sono ricchi di vegetazione e di tantissime specie di pesci. Il mare custodisce anche i relitti delle navi che, durante la colonizzazione, naufragarono.

Oltre alla vegetazione e ai relitti, durante un’immersione è possibile osservare anche i leoni marini, creature molto curiose che spesso si avvicinano agli snorkeler o ai sub per giocare con loro.

A meno di 20 chilometri dalla città, le riserve naturali di Punta Loma e di Punta Flecha ospitano colonie di pinguini, leoni marini e cormorani. Dalle riserve è possibile anche osservare le balene.

LEGGI: Puerto Madryn: Balene e Pinguini nel Guelfo Nuevo

 

03 Trelew
Villaggio

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Trelew è una cittadina situata nella Bassa Valle del fiume Chubut. Questo fiume che scorre dalle Ande rende ha reso fertile le terre che attraversa, e che sono piccole oasi all’interno di una vasta ed arida steppa.

Trelew deve il suo nome a Lewis Jones, uno dei fondatori dei primi insediamenti dei coloni gallesi in Patagonia. La cittadina offre le attrazioni tipiche di tutti i piccoli centri, soprattutto musei oltre che pub e ristoranti in stile gallese.

Una visita a Trelew però è molto utile per raggiungere Punta Tombo, dove si trova una grande colonia di pinguini, e anche per esplorare i villaggi gallesi nella valle del fiume Chubut.

Tra i villaggi gallesi in Patagonia il più famoso è Gaiman. Gaiman si trova a soli 16 km da Trelew. Questo villaggio al centro di un bosco di pioppi, circondato da pascoli, ricorda più gli scenari europei che le selvagge terre della Patagonia.

Oltre ai monumenti e agli edifici in stile tradizionale europeo Gaiman è famosa in tutto il mondo per le sue sale da té. Tra torte, scones, finger sandwiches ed una buona tazza di Earl Grey, le sale da tè di Gaiman sono il luogo migliore per riposarsi tra un’avventura e l’altra.

LEGGI: Trelew, un Pezzo di Galles Trapiantato in Patagonia

 

Il Versante Occidentale della Patagonia

Il versante occidentale sorprende per la sua natura aspra e selvaggia, fatta di picchi montani innevati, ghiacciai e piccoli villaggi arroccati ai piedi delle Ande.

Queste zone della Patagonia sono molto meno accessibili del versante orientale. Molte destinazioni possono essere raggiunte solo con un mezzo proprio, ed anche così la guida non è facile.

Per chi vuole godere della natura selvaggia della Patagonia questa è la destinazione migliore.

La fatica della guida lungo strade sterrate, battute dal vento e talvolta ghiacciate anche in estate, è ripagata dalla bellezza dei laghi di montagna, da cime inaccessibili e da immensi parchi nazionali.

7 Meraviglie sul Versante Occidentale della Patagonia

In questa parte della Patagonia si trova la Cueva de las Manos Pintadas, il sito archeologico più famoso dell’Argentina, caratterizzato da pitture rupestri.

Le bellezze principali della regione però sono tutte nel Parque Nacional Los Glaciares. Il Parco può essere raggiunto dal villaggio montano di El Chaltén, e ospita due delle vette montane  più difficili da scalare al mondo, il Monte Fitz Roy e il Cerro Torre.

Più a sud si estende il Parque Nacional Perito Moreno. Poco lontano dalla cittadina turistica di El Calafate, il ghiacciaio offre  indimenticabili escursioni tra il blu intenso del cielo e il bianco del ghiaccio.

All’estremo sud, dove l’Argentina si congiunge al Cile c’è Punta Arenas. Questa è la città del Cile più a sud, ed è molto facile da raggiungere.

 

04 La Cueva de Las Manos
Sito Archeologico

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Il sito della Cueva de las Manos Pintadas si trova nella provincia di Santa Cruz, ed è formato da varie caverne abitate durante il periodo preistorico, tra 9.000 e 13.000 anni fa.

Le caverne sono un’importantissima testimonianza archeologica della vita di questa popolazione indigena. Le loro pareti infatti sono ricoperte circa 800 pitture policrome. Le pitture mostrano in massima parte impronte di mani, ma raffigurano anche altre scene.

Oltre alle rappresentazioni di animali ed alle forme geometriche, sulle pareti verticali delle caverne sono rappresentate anche scene di caccia.

Anche se le pitture rupestri sono presenti in tutte le caverne della zona, di particolare interesse è la grotta principale perché qui si concentra la maggior parte delle pitture rupestri. La grotta principale ha un ingresso largo 15 metri ed alto 10 ed è profonda 250 metri.

Dopo l’ingresso, la grotta si sviluppa in salita progressiva. Nel punto in cui la salita è massima, la distanza tra la volta della grotta e il pavimento e raggiunge un’altezza di poco inferiore ai 2 metri

Il sito archeologico della Grotta delle Mani non è facile da raggiungere. La prima città più vicina è Los Antiguos, che si trova a circa 180 km di distanza dalla grotta.

Da Los Antiguos è possibile giungere al villaggio di Bajo Caracoles, un centro di appena 31 anime da dove si diramano le strade sterrate che, dopo circa 50 km, conducono ai sentieri di accesso alla Grotta delle Mani.

LEGGI: Cueva de Las Manos: Arte Rupestre in Patagonia

 

05 El Chaltén
Villaggio

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El Chaltén è un piccolo villaggio incastonato ai bordi della banchisa glaciale australe. Questo centro è stato creato nel 1985, quando i pochi chilometri quadrati occupati dal villaggio sono stati rivendicati dal Cile, diventando terra argentina.

Dalla metà degli anni ’80 in poi El Chaltén ha vissuto un forte sviluppo economico, diventando un centro turistico che attrae tantissimi rocciatori e alpinisti, ma anche gli amanti del trekking.

Malgrado l’afflusso di turisti questa località è riuscita a mantenere un’atmosfera rilassata e tranquilla, dominata dalle vette montane del Fitz Roy e del Cerro Torre.

El Chaltén infatti si trova a pochissima distanza del settore settentrionale del Parque Nacional Los Glaciares, ed è il centro nevralgico da dove partono tutti gli itinerari che conducono ai sentieri di trekking del Parco, ma anche al Fitz Roy e al Cerro Torre.

LEGGI ANCHE: El Chaltén: Il Paradiso del Trekking e dell’Alpinismo

 

06 Il Cerro Fitz Roy
Alpinismo e Trekking

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Il Monte Fitz Roy è la prima delle due meraviglie naturalistiche nel settore nord del Parque Nacional Los Glaciares.

Alto 3405 metri, il Fitz Roy è una delle scalate più impegnative al mondo, e la sua cima spesso nascosta dalle nubi è una meta ambita dai migliori rocciatori di tutte le nazionalità.

Il monte può essere raggiunto in poco tempo da El Chaltén, ed è una meta molto frequentata non solo dai rocciatori.  L’area intorno al monte è percorsa da sentieri di lunghezza e difficoltà molto diverse.

I trail più lunghi ed impegnativi soddisferanno gli amanti dell’escursionismo ed i trekker più esperti. Chi non è in perfetta forma fisica o è in viaggio con tutta la famiglia troverà anche tanti percorsi brevi, dalla lunghezza inferiore ai 2 chilometri, che gli permetteranno di ammirare la cima inaccessibile del Fitz Roy.

LEGGI: Il Monte Fitz Roy: La Montagna Fumante

 

07 ll Cerro Torre
Alpinismo e Trekking

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Questo monte dalla cima aguzza come un ago si trova al centro del Parque Nacional Los Glaciares, e raggiunge i 3.218 metri d’altezza.

La conquista della cima del Cerro Torre è molto più difficile della scalata al Fitz Roy, poiché un tratto considerevole delle sue pareti granitiche è pressoché verticale. Infatti, questa montagna è riuscita ad avere ragione di non pochi tra i rocciatori che hanno cercato di conquistarne la cima.

Il Cerro Torre può essere ammirato anche dai sentieri di trekking che, partendo da El Chaltén, conducono a vari mirador, i punti panoramici che offrono una vista spettacolare su questo monte, e spesso anche sul monte Fitz Roy.

I due itinerari di trekking migliori e più popolari sono quelli che conducono a  Loma del Pliegue Tumbado e Laguna Toro (10 km), oppure a Laguna Torre (20 km).

Entrambe i trail possono essere percorsi in autonomia, ma farsi accompagnare da una guida locale o affrontarli in gruppo è consigliabile, poiché il clima di alta montagna è spesso imprevedibile. Anche in piena estate, in questa zona non è raro essere sorpresi da improvvise nevicate.

LEGGI: Il Cerro Torre: Il Gigante al Confine tra il Cile e l’Argentina

 

08 El Calafate
Città

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El Calafate è la porta di accesso al settore meridionale del Parque Nacional Los Glaciares. Malgrado le basse temperature, questo settore del parco è meta di tantissimi visitatori.

Per trovare i panorami migliori e i punti di osservazione meno frequentati a volte occorre ingegnarsi un po’, o programmare la propria visita in modo attento partendo preferibilmente al mattino presto.

Uno di questi posti è proprio la città di El Calafate. Molti visitatori si fermano in città solo per pernottare, prima di partire per escursioni al Ghiacciaio Perito Moreno. El Calafate però è  adagiata sulle sponde del suggestivo Lago Argentino.

Il Lago è una meta molto popolare tra i pescatori, poiché le sue acque sono ricche di trote e di altre specie di acqua dolce.

Le sponde del lago sono la dimora dei fenicotteri di James, che traggono il loro nome dal famoso naturalista inglese, finanziatore di tante spedizioni scientifiche in Sud America.

Alti poco meno di un metro, i fenicotteri di James hanno un piumaggio di un rosa tenue, e il collo e il dorso con striature che variano dal fucsia al rosso carminio.

LEGGI: El Calafate: Tra Laghi e Ghiacciai

 

09 Il Ghiacciaio Perito Moreno
Ghiacciaio

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Il Ghiacciaio Perito Moreno non è il più grande dell’Argentina, ma i suoi 250 chilometri quadrati e la sua larghezza di 30 metri offrono uno spettacolo naturale di ineguagliata maestà.

Il Perito Moreno si sviluppa in una serie ininterrotta di frastagliature, profonde gole e crepacci immacolati per centinaia di chilometri, prima di incontrare la sponda sud del Lago Argentino.

L’incontro tra il lago e il ghiacciaio produce uno spettacolo naturale che non è possibile ammirare nei ghiacciai più grandi, quali il ghiacciaio Upsala e il ghiacciaio Spegazzini.

Lambito dalle acque del lago, che sono relativamente più calde, il ghiaccio si separa in enormi blocchi. Con un forte tonfo, i blocchi di ghiaccio cadono in acqua e pian piano fanno a fondo. Dopo poco però i blocchi di ghiaccio riemergono e formano degli iceberg.

Il silenzio perfetto del Perito Moreno è interrotto solo dai rumori che testimoniano la vitalità di questa natura così fredda. Il ghiacciaio non è statico, e lo spostamento del ghiaccio o la sua caduta in acqua producono continui scricchiolii, tonfi, e tanti altri suoni.

Molte persone pensano ai ghiacciai come ad immense distese bianche, però questi ambienti naturali hanno una gamma di colori molto particolari.

Gli strati di ghiaccio più antichi, che hanno subito una lunga pressurizzazione, possono essere di un blu intenso. Gli strati più giovani invece possono essere grigiastri o avere sfumature ramate, che dipendono dalla presenza di diversi tipi di minerali.

LEGGI: Perito Moreno: Il ghiacciaio più vivo del mondo

 

10 Punta Arenas
Villaggio

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Punta Arenas è una vera e propria città di frontiera. Questo centro non si trova in Argentina ma in Cile, però è più vicina alla città di Ushuaia, che a Santiago del Cile.

Fondata nel 1848 come colonia penale, Punta Arenas si affaccia sullo Stretto di Magellano ed è il capoluogo della regione di Magellano e dell’Antartica Cilena.

Per molti anni Punta Arenas è stata la meta di un’intensa migrazione europea, attratta soprattutto dalla corsa all’oro e dalla possibilità di godere dei sussidi offerti all’industria laniera. Dopo un periodo di declino economico, la città è rinata, diventando un’importante località turistica.

Punta Arenas infatti si trova vicinissima ad una delle più grandi colonie di pinguini di Magellano. La colonia è composta da oltre 120.000 esemplari e si trova al Monumento Natural Isla Magdalena. L’isola, che misura appena un chilometro quadrato, è a 35 chilometri dalla città e può essere raggiunta in due ore di navigazione.

Il Parco Nazionale Pali Aike permette di ammirare formazioni vulcaniche molto particolari, lagune e varie specie faunistiche di piccola taglia. Il parco è caratterizzato anche da percorsi di trekking molto facili, che permettono di raggiungere Laguna Ana, dove vivono colonie di fenicotteri.

Da visitare anche il Parco Nazionale Alberto Agostini. Dichiarata area protetta dell’UNESCO, la zona dove oggi sorge il parco fu scoperta da un sacerdote salesiano italiano. Il paesaggio del Parco è una successione di profondi fiordi e ghiacciai, di cieli di un blu perfetto e di un mare incontaminato.

LEGGI: Punta Arenas: La Città del Cile Più a Sud

 

La Fauna Marina della Patagonia

La fauna marina della Patagonia è molto ricca. Le specie più conosciute sono i pinguini di Magellano, le balene australi, le orche e i leoni marini.

Queste specie sono presenti nelle acque lungo la costa occidentale della Patagonia nelle rispettive stagioni di migrazione.

Per questo motivo è bene programmare il periodo del tuo viaggio in Patagonia con attenzione, per riuscire a vedere i pinguini di Magellano, ma anche le balene australi, quando questi animali sono più numerosi.

I Pinguini di Magellano

I pinguini di Magellano devono il proprio nome all’esploratore portoghese, che li scoprì per la prima volta nel 1520. Questa specie è molto diffusa in tutta l’America Latina, ma il suo habitat principale è lungo le coste della Patagonia.

I pinguini di Magellano di distinguono per il loro piumaggio caratterizzato da due strisce nere e bianche tra la testa e il petto. Questa specie non si trova molto a suo agio sulla terraferma, dove si muove con la sua caratteristica andatura dondolante. In acqua, i pinguini possono raggiungere anche una velocità di 8 km all’ora.

Il mese migliore per ammirare i pinguini è ottobre, quando ha luogo il corteggiamento. I pinguini però possono essere osservati fino al momento in cui abbandonano la colonia, in primavera.

Questa specie raggiunge le zone di nidificazione verso la fine di agosto. La nidificazione dura un po’ meno di due mesi e ai primi di ottobre i genitori sono impegnati nel covare le uova. La cova ha luogo da parte di tutti  due i genitori.

Le uova si schiudono ai primi di novembre, e da questo periodo fino a gennaio la coppia di pinguini si divide il compito di nutrire i piccoli. Dopo circa un mese i pulcini si avvicinano all’acqua, compiendo brevi nuotate.

A febbraio ha inizio la muta, che dura circa quattro settimane. Durante la muta gli uccelli perdono le loro piume impermeabili e non sono in grado di affrontare i rigori dell’acqua fredda. I pinguini non nuotano ed è possibile osservarli sulla spiaggia.

Terminata la muta, tra marzo ed aprile, migliaia e migliaia di pinguini si lanciano in acqua nuotando veloci ed iniziano la propria migrazione.

LEGGI: I Pinguini di Magellano. Dove Vederli in Argentina

Le Balene Australi

La balena franca australe è una specie migratrice, che ogni anno può essere avvistata dalla Penisola di Valdés.

Questi cetacei hanno il corpo di colore nero, che si distingue per le macchie distribuite sul ventre e per le escrescenze sulla testa. Le escrescenze variano da individuo a individuo, e sono state usate per identificare questi esemplari, che dal 1937 sono una specie protetta.

A differenza delle balene di altre specie le balene australi non hanno la pinna dorsale, e le loro pinne pettorali sono a ventaglio. La pinna caudale è molto grande ed arrotondata, e può essere ammirata durante le evoluzioni che questi grossi cetacei compiono in acqua.

Le Orche e i Leoni Marini

Le orche sono giganteschi mammiferi marini che, nel caso dei maschi, possono raggiungere fino a 6 tonnellate di peso e dai 6 agli 8 metri di lunghezza.

Questa specie si trova in tutti i mari e gli oceani del mondo, però gli esemplari che vivono nei mari dell’Argentina hanno sviluppato una tecnica di caccia molto particolare.

A febbraio le orche giungono al largo delle spiagge dove ha luogo la riproduzione dei leoni marini, per cacciare i loro cuccioli. Le orche nuotano di fronte alla spiaggia, mettendo bene in mostra la propria pinna dorsale.

In questo modo riescono a farsi notare dalla colonia di leoni marini, mentre un’altra orca nuota sott’acqua, per catturare le proprie prede.

I leoni marini, detti anche otarie, sono una specie mammifera che nel tempo si è adattata alla vita marina. Questa specie vive lungo l’intera costa argentina. I maschi possono raggiungere i 300 chili di peso e i 2,5 metri di lunghezza. Si distinguono per la loro criniera, che ha un colore più chiaro di quella delle femmine.

Questa specie ama le spiagge sabbiose, però è in grado di adattarsi anche alle scogliere o alle spiagge ghiaiose. Il periodo migliore per osservare i leoni marini è durante l’accoppiamento, cha ha luogo da agosto a dicembre. I cuccioli, invece, nascono tra dicembre e febbraio.

 

Come spostarsi in Patagonia

La Patagonia è una regione dalle distanze immense, dove i collegamenti principali sono dati dalla rete degli autobus.

Le località più belle, quali la Penisola di Valdés e El Chaltén, possono essere raggiunte solamente in auto. Il consiglio che diamo a chi vuole visitare questa meravigliosa terra è di spostarsi con un’automobile a noleggio.

La Ruta Nacional 40 è ben asfaltata, però noi consigliamo di noleggiare un fuoristrada, soprattutto per chi vuole esplorare le regioni più remote o tracciare da sé il proprio itinerario.

 

Il Clima in Patagonia

La Patagonia ha un clima freddo e secco. Le temperature più alte si registrano lungo la costa, mentre le zone interne sono spazzate da forti venti. La media annuale delle temperature varia da un minimo di 4 a un massimo di 13°. Le massime oscillano dai −33° della calotta glaciale ad un massimo di 34° nelle zone costiere.

Il clima della Patagonia è influenzato dalle correnti d’aria provenienti dal Pacifico del Sud, che recano venti umidi dall’oceano. I venti spirano da est a ovest, e lungo il percorso verso la Cordigliera delle Ande perdono la propria umidità.

Data la sua estensione la regione può essere divisa in due zone climatiche, delimitate dalla Penisola di Valdés.

Il clima della zona settentrionale è semiarido, con temperature medie da un minimo di 12° ad un massimo di 45°. Le aree interne sono molto soleggiate ed i venti spirano da sud-est e sono freddi e secchi.

L’intera zona a sud della Penisola di Valdés ha un clima molto freddo e secco. Le temperature sono più alte lungo le zone costiere e si abbassano progressivamente nelle regioni interne, che sono battute da forti venti. In questa zona si registrano le temperature più basse, e anche le precipitazioni minori.

 

Quando Andare in Patagonia

I periodi migliori per visitare la Patagonia variano in base alla meta del viaggio e alle attività da svolgere.

Gli amanti dell’escursionismo e della montagna, e in genere le visite a El Chaltén, al Fitz Roy e al Cerro Torre vanno programmate da settembre a marzo, perché questi sono i mesi più caldi.

Il periodo da metà settembre ad inizio marzo è il migliore per osservare la fauna costiera nella Penisola di Valdés, soprattutto i pinguini di Magellano, i leoni marini e le tante specie di uccelli marini.

Il periodo da giugno a metà dicembre è il migliore per ammirare le balene, poiché in questi mesi i cetacei migrano alla volta della Penisola di Valdés.

Il periodo da novembre a marzo è consigliato per visitare le zone meridionali della Patagonia, poiché questi sono i mesi più caldi dell’anno. Anche in questi mesi, soprattutto nelle zone montane è possibile essere sorpresi da occasionali gelate e piccole nevicate.

 

Le Precauzioni prima del viaggio in Patagonia

Prima del viaggio in Patagonia non è necessario prendere alcuna precauzione particolare. L’acqua è potabile, ma munirsi di farmaci contro la diarrea del viaggiatore è consigliabile.

Le strutture sanitarie argentine sono di livello eccellente, anche nelle località maggiormente frequentate dai turisti.
Prima della partenza conviene stipulare un’assicurazione sanitaria, soprattutto se si ha intenzione di affrontare percorsi di trekking di notevole difficoltà.

Le Vaccinazioni Prima del Viaggio

Per viaggiare in Patagonia non è richiesta alcuna vaccinazione. In Patagonia, e più in generale in Argentina, le malattie epidemiche diffuse in altri Paesi del Sud America non esistono.

Chi vuole proseguire il viaggio verso la Bolivia o l’Ecuador però può considerare una vaccinazione contro la febbre gialla, il tifo, l’epatite A e la febbre dengue. In questi paesi queste malattie sono ancora diffuse.

 

Un po’ di storia della Patagonia

La Patagonia ha una storia di oltre 10.000 anni, che è testimoniata in parte da meraviglie quali la Cueva de las Manos.

Prima dell’arrivo dei conquistadores, la Patagonia era abitata da comunità indigene, che vivevano un’esistenza nomade. La regione fu scoperta dagli europei nel XVI Secolo, e il nome Patagonia fu scelto da Ferdinando Magellano.

Al tempo dei conquistadores le coste orientali della Patagonia erano estremamente inospitali. Il clima arido e ventoso della regione non era favorevole agli insediamenti stanziali.

Infatti, gli europei impiegarono quasi due secoli per stabilirvisi. Tra il XVI e il XVIII secolo ebbero luogo tentativi di fondare città sulla Penisola di Valdés, sullo Stretto di Magellano o nei pressi di Camarones. Nessuno di questi tentativi ebbe successo, un po’ a causa del clima della zona, un po’ a causa degli attacchi da parte degli indigeni Tehuelche.

Questa situazione cambiò con l’arrivo dei primi coloni gallesi. Un gruppo di 150 coloni giunse nella valle del Chubut inferiore nel 1865, a bordo della nave Mimosa. Dopo esser approdati nell’odierna Puerto Madryn i colori si spostarono più a sud nella valle del Chubut. Dopo un non facile inizio riuscirono a stabilire le proprie colonie agricole.

Alla fine del XIX Secolo importanti cambiamenti stavano per avvenire in Patagonia. La regione, arida e aspra, ben presto sarebbe diventata un fiorente centro economico grazie all’introduzione delle pecore.

Le pecore non sono una specie originaria della Patagonia, ma furono importate dalle Isole Malvinas. L’allevamento ovino consentì ai coloni di sfuggire alla fame, e anche di arricchirsi con la lavorazione e la commercializzazione della lana. Ben presto la Patagonia divenne una terra di immense estancia, dove l’attività principale era la produzione della lana.

I cambiamenti della regione non erano però finiti. Negli anni ’70 in queste antiche terre furono scoperti importanti giacimenti petroliferi, che diedero l’impulso alla nascita dell’industria. Negli anni seguenti l’industria laniera e petrolifera subirono una gravissima crisi, fino a scomparire quasi del tutto.

Oggi la Patagonia sta lentamente uscendo dalla crisi, anche grazie agli introiti del turismo. Le vecchie estancias abbandonate sono state ristrutturate e convertite in strutture ricettive, e l’economia della Patagonia sta ripartendo.

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